Il report che segue non ha l’ambizione di essere una sintesi di tutto ciò che è stato discusso nel Meeting “No Jobs… Let’s Act” che si è svolto a Roma gli scorsi 6/7/8 giugno. Piuttosto, intendiamo presentare le proposte di lavoro che sono emerse nel confronto e avviare un percorso nuovo, che sappia tenere insieme i tanti e i diversi che, in modo aperto e cooperativo, hanno costruito il Meeting e ne hanno reso possibile il successo.
Abbiamo ritenuto importante e utile dare vita a un’assemblea tematica e non generalista, che si è divisa in due workshop – “Contro il Jobs Act: reddito di base, salario minimo, auto-organizzazione e nuove forme di sindacalismo metropolitano” e “Commons e nuove forme di mutualismo: centri sociali, mutualismo, autogestione, riforma del terzo settore, produzione culturale” – tenuti insieme da un filo comune: come aggredire, nel momento in cui più dura si fa l’iniziativa riformistica neoliberale (vedi il Jobs Act di Renzi-Poletti), il nodo dello sfruttamento del lavoro? Immaginando, da un lato, l’organizzazione e il sostegno del conflitto contro il lavoro sottopagato e precario, e, dall’altro, la possibilità concreta del lavoro senza padroni e dell’economia autogestita e collaborativa.
Il Meeting è stato solo il primo passo, una buona approssimazione per consolidare uno spazio comune e di confronto non identitario, capace di insistenza sul terreno programmatico, continuità organizzativa, con uno sguardo sempre rivolto alla scena europea delle lotte. In questo senso decisive sono state, in apertura del Meeting, la presentazione del Manifesto per un’Europa egualitaria di Karl Heinz Roth e Zissis Papadimitriou e la tavola rotonda con attiviste e attivisti provenienti da Grecia, Spagna, e Germania. Scala europea (delle lotte e della proposta politica) e radicamento territoriale/metropolitano, infatti, ci sembrano piani coincidenti, in alcun modo separabili, nel discorso come nella prassi.
Sono tre le proposte su cui, al seguito di quanto affermato in modo condiviso nei work-shop come nella plenaria conclusiva, continuare a lavorare con tutte e tutti coloro che hanno partecipato al Meeting, ma anche con coloro che vorranno farle proprie:
1. Una campagna contro la Garanzia Giovani. Per costruire praticamente un percorso aperto di lotta verso e contro il vertice europeo sull’occupazione giovanile dell’11 luglio a Torino, dove la Youth Guarantee sarà tema di discussione. Percorso che sappia consolidarsi e crescere anche oltre Torino. Una campagna contro le politiche attive del lavoro, per la rivendicazione di un reddito di base universale e incondizionato, del salario minimo europeo, contro il lavoro sottopagato, sfruttato e gratuito.
→ per costruire questa campagna comune il 18 giugno alle ore 17:30 ci sarà una web-conference (mumble chat – programma open source dove tutte le comunicazioni sono criptate per garantire la privacy degli utenti). Nella web-conference discuteremo come organizzare comunemente la settimana di azioni promossa dall’assemblea di Torino dello scorso 31 maggio, articolando una campagna, di conflitto e comunicativa, che sappia smascherare e sabotare la “narrazione tossica” sul lavoro e sul workfare del governo Renzi e, più in generale, dell’Unione Europea.
2. Un percorso condiviso che ci porti in autunno alla costruzione di uno Sciopero Sociale di 24 ore. Non è la prima volta che parliamo di sciopero sociale o generalizzato, per questo dobbiamo ripartire dai limiti che sono stati fin qui incontrati, per poter andare oltre l’evocazione. È dunque necessario definire comunemente il percorso che ci porta fino allo sciopero, così come la sua piattaforma: sindacati conflittuali, nuovi dispositivi sindacali o sindacalismo sociale/metropolitano, realtà auto-organizzate, fabbriche in lotta o autogestite, vertenze territoriali, collettivi di precari e studenti, reti migranti. Uno sciopero che sappia tenere insieme diverse modalità – sciopero del consumo, attacchi hacker, sciopero bianco, blocco della mobilità, picchetti ecc. – per provare a capire come possono scioperare oggi tutte e tutti coloro ai quali è negato, de facto, il diritto di sciopero.
→ per approfondire, anche dal punto di vista metodologico-operativo, la discussione sullo sciopero sociale proponiamo una web-conference per mercoledì 2 luglio alle ore 17:30.
3. La scrittura comune della Carta del Lavoro Senza Padroni, percorso da intrecciare alla costruzione dello sciopero sociale.
Oggi le pratiche di autogestione della produzione articolano una risposta concreta quanto diffusa alla retorica del lavoro a tutti i costi e senza diritti. Lavorare senza padroni è in primo luogo il rifiuto della precarietà, del lavoro servile, del lavoro gratuito, sottopagato e iper sfruttato.
L’autorganizzazione della produzione può rappresentare un vero e proprio programma anticapitalista se coniugato con la rivendicazione di reddito e del salario minimo europeo.
La portata generale di queste esperienze sta nell’agire sui nodi sensibili del ricatto del lavoro contemporaneo: la ridistribuzione di reddito, l’organizzazione del processo produttivo, la sostenibilità sociale, economica e ambientale, la condivisione di competenze.
In questa direzione, la riforma del terzo settore, insistendo sulle forme cooperative e di impresa sociale, ci impone una presa di parola e di iniziativa a partire dalle criticità già individuate nelle linee guida presentate dal governo Renzi:
– l’ulteriore legittimazione del lavoro volontario quindi gratuito già dilagante come strumento privilegiato delle politiche attive sul lavoro (Expo 2015, Youth Guarantee);
– il rovesciamento del principio di sussidiarietà che vedrà il terzo settore rimpiazzare il welfare pubblico secondo politiche imposte dall’alto;
– l’appiattimento del terzo settore sullo statuto di impresa, senza riconoscere alcuna differenza sostanziale ai commons produttivi.
La carta dovrebbe ambire a definire una piattaforma specifica che a partire dai principi dello statuto del lavoro senza padrone individui punti di rivendicazione generalizzabili.
Per continuare questo discorso comune, e affinché queste tre linee di lavoro tornino ad intrecciarsi nella costruzione collettiva dello sciopero sociale dell’autunno, proponiamo di rivederci in assemblea il 13 settembre, con la convinzione che, solo mettendo in comune le nostre differenze, sarà possibile rilanciare un autunno dei movimenti e dei conflitti precari.
No Jobs… Let’s Act Roma 6/7/8 giugno 2014