Negli ultimi anni, e in particolar modo a seguito dell’approvazione del Jobs Act, abbiamo osservato la costante riduzione dei diritti sul lavoro, una recrudescenza delle forme di precarietà, erosione dei diritti e scarse tutele, che si accompagnano ad un radicale smantellamento del welfare. In questo scenario, le prestazioni di lavoro accessorio – formalmente “coperte” dai cosiddetti “buoni lavoro” o “voucher” – hanno subito una crescita esponenziale.
I voucher vengono introdotti nel 2003 per il solo settore agrario, rimanendo inapplicati fino al 2008. La Legge Fornero del 2012, seguita dal Jobs Act nel 2015, estende i buoni lavoro a tutti i settori produttivi. I voucher hanno un valore nominale di 10 euro, di cui in tasca ai lavoratori ne vanno 7,50. Il resto è infatti composto da: 1,30 euro che vanno alla gestione separata INPS (pensione), 0,70 euro per l’INAIL (assicurazione) e 0,50 euro di spese di gestione.
In questo momento, in Italia le aziende non hanno limiti rispetto alle quote di lavoratori da retribuire attraverso i voucher, i quali sono diventati l’ultima frontiera nel processo di precarizzazione, mascherando, di fatto, condizioni di lavoro in nero, senza tutele e diritti.
A fronte di tutto ciò è necessaria una ridefinizione delle forme di auto-organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici, accanto all’elaborazione di nuove chiavi di lettura politiche così da costruire percorso di conflitto e ricomposizione che sappiano rivendicare diritti e tutele.
Discuteremo di questi temi Mercoledì 19 ottobre, dalle 19:30 al BiosLab con Lucia Giordano (Lavoro Insubordinato) e Alessandra Spano (S/connessioni Precarie), a partire dai loro contributi pubblicati nel volume Il Regime del Salario (S/connessioni Precarie). Introduce e coordina l’incontro Camere del Lavoro Autonomo e Precario – Padova.
Verso lo Sciopero Generale di 24h del 21 ottobre
per un NO sociale e costituente al referendum costituzionale
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