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SOGESID | Lo stato di agitazione va avanti, servono risposte urgenti, certe, risolutive!

9 December 2020 |  Clap

Dopo due anni di lotta, i passaggi ultimi e il quadro di incertezza che non muta, riteniamo opportuno proseguire con lo stato di agitazione, auspicando una mobilitazione unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché delle organizzazioni sindacali, per strappare finalmente un intervento normativo adeguato che possa risolvere la situazione. A seguire, il nostro comunicato.

Ripercorriamo i fatti degli ultimi mesi. Tra giugno e luglio, un confronto negoziale con la società, a dir poco lacunoso, si è concluso con un accordo a nostro avviso negativo. Di più: pur essendo approvato dalla RSU, che come noto è organo collegiale, non ci risulta che né obiettivi né i tempi previsti dall’accordo siano stati in alcun modo rispettati. Della commissione paritetica sul problema dei livelli, dato il sotto-inquadramento di buona parte dei dipendenti, nulla abbiamo saputo. Sullo smart working, l’azienda si limita a procedere unilateralmente, nonostante stia diventando una modalità di lavoro non più semplicemente emergenziale ma ordinaria. Sul buono pasto, l’accordo è stato da mesi superato dall’eliminazione dello stesso, giustificata dall’emergenza e dal lavoro da remoto. Della “piattaforma welfare”, a oggi, neanche l’ombra.

Alla luce di quanto fin qui scritto, ma soprattutto della vigenza, a partire dal 1° gennaio prossimo, della dismissione progressiva delle convenzioni di SOGESID col Ministero dell’Ambiente (L. 145/2018), a inizio novembre abbiamo chiesto e poi sollecitato le altre componenti della RSU a convocare unitariamente l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori. In assenza di risposte in merito, e pur rilevando una critica all’azienda da parte della CGIL più che condivisibile, abbiamo deciso di procedere in autonomia, perché abbiamo ritenuto e riteniamo che la funzione primaria della RSU debba essere quella di informare costantemente i lavoratori tutti, indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza di ciascuno. A maggior ragione, dopo il lockdown e il lungo periodo di lavoro da casa al 100%.

Il 24 novembre, una bella assemblea per qualità degli interventi e numeri della partecipazione ha visto emergere la necessità, largamente condivisa, di riprendere la mobilitazione. Ciò affinché la maggioranza di Governo affronti in modo strutturale, e non più solo emergenziale, il problema che ci attanaglia da ormai due anni, ovvero il rischio di una vera e propria crisi occupazionale. Nonostante, poi, il 40% delle risorse all’Italia destinate (209 miliardi) dal Recovery Fund debbano essere impiegate per la conversione ecologica: novità, questa, che rende la nostra incertezza occupazionale ancora più paradossale e inaccettabile.

Mantenendo fede all’assemblea, le Camere del Lavoro Autonomo e Precario hanno proceduto in due direzioni:

1. Riprendendo il dialogo con le forze politiche di maggioranza che si sono negli scorsi mesi rese disponibili al confronto e alla ricerca di soluzioni normative adeguate per la nostra vertenza, dunque LeU, PD, 5S;

2. Attivando la procedura di raffreddamento e dichiarando, contestualmente, lo stato di agitazione.

Il positivo confronto con le forze politiche si è tradotto da parte loro in due emendamenti alla Legge di Bilancio che delineavano un cambiamento strutturale, uno della Deputata Daga l’altro della Deputata Braga. Entrambi però sono stati ritenuti inammissibili.

Il 3 dicembre, e a partire dalla convocazione del Ministero del Lavoro, abbiamo esperito negativamente il tentativo di conciliazione con SOGESID e il Ministero dell’Ambiente, presente all’incontro con la dott.ssa Emma Stea. Come si evince dal verbale che alleghiamo, continuiamo con fondatezza a essere convinti che il rischio occupazionale o quello generato da eventuali trasferimenti di personale in altre Regioni, non siano stati affatto superati.

Per tutti questi motivi, e in attesa di verificare l’andamento dell’incontro tra la RSU e la Società previsto per il prossimo 10 dicembre, lo stato di agitazione proclamato dalle Camere del Lavoro Autonomo e Precario va avanti. Siamo più che convinti, e lo ribadiamo, che serve una mobilitazione unitaria delle OO.SS., dei lavoratori tutti, affinché si ottenga un intervento normativo che risolva, in modo strutturale, la vertenza che va avanti ormai da più di due anni. In attesa che questo intervento normativo ci sia, si sta premendo perché si ottenga anche quest’anno, come fu lo scorso anno grazie all’emendamento di LeU, la proroga di un anno alla decorrenza di quanto disposto dalla L. 145/2018.

La partita non si è per nulla chiusa, c’è bisogno, ora più che mai, dell’impegno di tutte e tutti.

RSU CLAP SOGESID
CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario
Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori SOGESID