Proviamo dunque a fare chiarezza, con la premura per noi decisiva che non contano gli interessi di “bottega”, ma i diritti delle e dei lavoratori tutti, indipendentemente dalla tessera sindacale che hanno, o non hanno, in tasca. Sgomberare il campo dalla confusione delle ultime settimane, e delle ultime ore, è il primo passo.
Come noto a tutti, la RSU-CLAP non ha condiviso l’Accordo del luglio 2020 sottoscritto da SOGESID e la RSU CISL-UIL-CGIL. Bene sapere che la RSU è un organo collegiale, dunque l’Accordo è stato approvato a maggioranza. In democrazia, però, esistono anche le minoranze, e vanno rispettate. Fummo spinti a non sottoscrivere il suddetto Accordo, avendo in esso riscontrato numerose mancanze e insufficienze, e a seguito – dato non irrilevante – del netto mandato all’RSU tutta da parte dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del 19 febbraio 2020, che si era espressa negativamente sulla bozza in circolazione. Ricordiamoli questi punti critici :
Successivamente, come da noi ripetutamente riscontrato, l’Accordo è stato disatteso rispetto alle scadenze e agli impegni previsti. Inoltre, per la situazione che si è creata a seguito di provvedimenti normativi, abbiamo sollevato preoccupazioni sul futuro occupazionale dei lavoratori.
Su tutto ciò, lo abbiamo scritto e lo ribadiamo, abbiamo più volte chiesto e costantemente sollecitato le altre componenti della RSU a convocare unitariamente assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori; ritenendo fondamentale il loro coinvolgimento, vista anche la difficoltà non banale di condividere le informazioni con tutti, data la pandemia e la prevalenza dello smart working. Non abbiamo mai ricevuto risposte.
A novembre 2020, abbiamo dunque deciso di procedere in autonomia, perché abbiamo ritenuto e riteniamo che la funzione primaria della RSU debba essere quella di informare e consultare costantemente i lavoratori tutti; ripetiamo, indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza di ciascuna/o.
Inoltre, e pure questo è noto, non abbiamo mai interrotto il dialogo con le forze politiche che si sono rese disponibili al confronto e alla ricerca di soluzioni normative adeguate per la nostra vertenza, sollecitando diversi Parlamentari a intervenire nella Legge di Bilancio. Il 24 novembre, a seguito di una partecipata assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori da noi indetta, abbiamo ripreso la mobilitazione per affrontare in modo strutturale, e non più solo emergenziale, il problema che ci attanaglia ormai da anni, ovvero il rischio di una vera e propria crisi occupazionale, ed è stato da noi proclamato lo stato di agitazione.
A fronte di tutto ciò, ed è un dato di fatto, non un’opinione rancorosa, in questi mesi si è costantemente cercato di emarginare la componente CLAP dalle relazioni sindacali. Da parte della Società, ma anche da parte, ci duole dirlo, delle altre OO.SS – che, con i loro Territoriali, incontri con la Società ne hanno avuti. La Società ha fornito indicazioni utili con il contagocce, tanto che nulla si sa sul tavolo paritetico atto alla definizione dei criteri per l’adeguamento delle mansioni svolte con i livelli di inquadramento (quando è stato istituito il tavolo? Chi ne ha fatto parte? Perché? Quando si sono conclusi i lavori e quali criteri sono emersi? Come, la Società, ha utilizzato questi criteri?). Né la componente RSU CLAP, che ha raccolto oltre 100 voti alle scorse elezioni, dunque fortemente rappresentativa, né alle lavoratrici e ai lavoratori in generale, è stato detto nulla.
Solo lo scorso 16 giugno, la Società ha finalmente incontrato la RSU, ed in tale sede è emerso che la SOGESID ha chiuso il bilancio 2020 con un passivo di 7 milioni di euro. Inutile dire che non è stata fornita alcuna garanzia rispetto alla tenuta della Società e alle prospettive che si aprono per effetto delle recenti disposizioni normative approvate e in discussione. Tra questi, il DL “Ambiente”, varato in CdM il 17 giugno scorso, limita fortemente, se non ESCLUDE, ogni possibilità di coinvolgimento della SOGESID nei futuri lavori del PNRR; prevede una procedura di selezione per ulteriori 218 esperti, con solo una riserva del 50% a soggetti dipendenti di TUTTE le Società partecipate del MiTE; nonché, in materia di dissesto idrogeologico, autorizza l’assunzione di ulteriori 200 tecnici da incaricare presso le strutture commissariali regionali, bypassando completamente le competenze maturate dalla SOGESID.
In questo desolante quadro, la componente RSU CISL-UIL-CGIL, invece di avviare un confronto aperto e inclusivo, come dai noi ritenuto doveroso, sul fallimento dell’Accordo aziendale e sul futuro occupazionale di tutti i lavoratori, preferisce escludere la RSU CLAP. Come se il problema non fossero i 7 milioni di passivo della Società e la sparizione di una norma utile a mettere in sicurezza i livelli occupazionali. La componente CGIL della RSU, nelle ultime ore, ha chiesto un gesto di maturità da parte di tutta la RSU; abbiamo un’idea: diamo subito la parola alle lavoratrici e ai lavoratori, con loro tutte e tutti definiamo tempi e modi della mobilitazione da mettere in campo; per difendere gli interessi del personale, nessuno escluso, per conoscere meglio e fronteggiare le prospettive future della Società, anche alla luce della ripresa del concorso e della conversione in Legge del DL MiTE; tenendo in conto, poi, che il rafforzamento dell’organico del Ministero comporterà una corrispondente decurtazione delle convenzioni con SOGESID.
RSU CLAP SOGESID
CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario
Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori SOGESID