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No all’escalation militare, non pagheremo noi le vostre sporche guerre!

4 March 2022 |  Clap

Inaccettabile questa guerra, inaccettabile l’invasione dell’Ucraina, inaccettabile il comportamento di chi, invece di lavorare per la pace, soffia sul fuoco dell’escalation. Come Camere del Lavoro Autonomo e Precario non possiamo rimanere in silenzio davanti a tutto questo. Un appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori.

Roma, 4 marzo 2022

Alle iscritte e agli iscritti delle Clap, alle lavoratrici e ai lavoratori tutti.

Contro la guerra, sempre e comunque, non esiste un altro posizionamento possibile. A partire dalla ferma condanna dell’invasione dell’Ucraina voluta dal criminale Putin, che nel frattempo arresta e reprime le pacifiste e i pacifisti scesi in piazza in Russia.
Ma anche esprimendo il più sincero sdegno per chi, nei governi e nelle segreterie di partito, nelle redazioni giornalistiche di mezza Europa, soffia sul vento del conflitto, strizza l’occhio all’espansionismo NATO, commina sanzioni e, ancor peggio, finanzia l’invio di armi preparando le condizioni per un bagno di sangue ben peggiore di quello già in corso, oltre a far aleggiare sulle vite di tutte e tutti noi nuovamente lo spettro di un conflitto termonucleare. Il governo italiano in primis.
La nostra parte in questa brutta storia sarà sempre quella di chi lavora, di chi è disoccupato, di chi è sfruttata, di chi non arriva alla fine del mese.
La popolazione ucraina paga e pagherà un prezzo inimmaginabile in termini di vite spezzate, migrazione forzata, crisi economica post bellica. La popolazione russa paga e pagherà sulla propria pelle gli effetti delle sanzioni (ha già perso il 40% del potere d’acquisto, in uno dei paesi più economicamente diseguali del mondo), mentre gli oligarchi se la ridono forti dei loro patrimoni off-shore.
La catastrofe bellica – di cui, al momento, risulta impossibile prevedere durata ed esiti – accelera quanto la crisi pandemica ha già aggravato: aumento dei prezzi a fronte della stagnazione dei salari, in un contesto in cui paghe da fame, lavoro nero, erosione del welfare sono la misura del lavoro e del non lavoro contemporaneo.
Le spese militari, l’invio di armi in Ucraina e i nuovi investimenti nel fossile non faranno altro che ingrassare le tasche delle solite aziende belliche e dell’energia, peraltro già gonfie dei profitti fatti proprio col governo russo fino a qualche giorno fa.
Opponiamoci insieme a questa prospettiva scellerata, a partire dalla manifestazione nazionale a Roma di sabato 5 marzo e dallo sciopero transfemminista dell’8 marzo, al quale le CLAP, come sempre, hanno aderito.
Scendiamo in piazza per dire no alla guerra, no all’invio di armi: un’Europa davvero di pace, quella che pretendiamo e per la quale ci batteremo, si oppone alla guerra, si interpone, non foraggia la macchina bellica. Ma da subito, in piazza, chiediamo e chiederemo spesa pubblica per il welfare e gli ammortizzatori sociali e non spese militari, aumento immediato dei salari contro il carovita, salario minimo orario – europeo e allineato a quello tedesco – contro le paghe da fame, allargamento e potenziamento del Reddito di Cittadinanza contro la crisi.
Sabotiamo l’idiozia guerrafondaia, pace e diritti per tutte e tutti.
L’appello in pdf scaricabile: Comunicato_contro_la_guerra