Ieri è andato in scena l’ennesimo atto della triste vicenda del Teatro di Roma. A suon di articoli, comunicati e conferenze stampa si è consumato lo scontro tra i membri del CDA designati dal Comune e quelli che sono emanazione di Regione e Ministero.
Non ci interessa esprimerci su quale sarebbe la figura più adatta a ricoprire il ruolo di Direttore (anche perché la rosa dei tre nomi selezionati per la corsa finale lascia poco spazio alla possibilità di immaginare il futuro).
In questa storia ci sono molti responsabili ma a farne le spese come sempre saranno le lavoratrici e i lavoratori (soprattutto quellə precarə) dello stabile capitolino, la scena artistica romana e la città tutta. Le dimissioni del direttore Corsetti, la chiusura pandemica, il commissariamento con le sue innumerevoli proroghe, anni di emergenza continua in cui le istituzioni sono sempre state latitanti mentre le lavoratrici e i lavoratori permettevano la “normale” prosecuzione dell’attività teatrale nonostante tutto. Le stesse istituzioni che oggi giocano a Risiko con i presidi culturali del paese.
Rimangono irrisolti i nodi delle stabilizzazioni, della formazione, dell’ adeguamento della pianta organica, dell’abuso di forme contrattuali non adeguate ai ruoli. In questo quadro sconfortante la mancanza di senso di responsabilità nella sforzo di trovare una sintesi sul nome del direttore ci sembra veramente un insulto.
La modalità utilizzata (la prosecuzione di un CDA in assenza del suo presidente e di una consigliera, la rapida e furbesca comunicazione alla stampa della nomina di De Fusco) ci sembra tristemente in linea con la politica di colonizzazione culturale che la destra di governo sta applicando ovunque, tanto da scegliere la strada dello scontro aperto pur di nominare l’unica figura politicamente vicina che abbia i titoli per dirigere il teatro stabile della capitale.
Rimaniamo in vigile attesa delle evoluzioni sperando che finalmente le istituzioni (tutte) capiscano che loro dovere è interessarsi delle istituzioni culturali del paese non solo il tempo di nomine.
CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario
Autorganizzat_ spettacolo Roma