Con i drammatici fatti del foggiano degli scorsi giorni, e la potente mobilitazione organizzata dall’USB, torna all’attenzione pubblica la Legge 199/2016. Vi riproponiamo dunque un approfondimento dell’Avvocato Alessandro Brunetti, proprio a quella norma dedicato e che pubblicammo per la prima volta agli inizi del 2017
:: A distanza di cinque anni dall’ultima novella, si è intervenuto ancora una volta sull’articolo 603-bis del codice penale, contenente il reato di Intermediazione illecita e Sfruttamento del lavoro. L’azione di governo era evidentemente rivolta a un ambito immaginato come specifico e marginale, una sorta di mercato differenziale, dedicato alle forme più estreme e violente di spoliazione e profitto. Ciò senza accorgersi che tutti gli interventi normativi sul lavoro posti in essere (quantomeno) dal “pacchetto” Treu a oggi, hanno prodotto smottamenti tali da allargare a dismisura gli effetti giuridici della fattispecie, ben oltre le intenzioni degli estensori.
Dopo gli incontri del ministro Di Maio con i riders e le imprese della Gig Economy, sui media è trapelato il testo del “Decreto dignità” annunciato e poi congelato dal ministro. Nella sostanza, il decreto adeguerebbe la definizione di lavoro subordinato rendendola applicabile anche all’attività dei riders. Oltre ai ciclofattorini, che uscirebbero dalla sfera priva di tutele del lavoro autonomo, la misura investirebbe una fetta di falso lavoro autonomo (c.d. parasubordinato) ben più ampia.
A partire dalle battaglie dei riders e dal fitto dibattito di questi mesi, un importante contributo, giuridico quanto politico, dell’Avvocato Alessandro Brunetti ::
LA FABBRICA DEL SOGGETTO
:: Spesso e giustamente ci si interroga, dal punto di vista teorico-politico, sui “nuovi” lavori e, analizzandoli, si tenta di tracciare delle mappe; ovvero di coglierne le tendenze di fondo, per mettere in luce le penosità e le possibili vie di fuga. Il punto chiave, per ogni mappa, è che sia sincera. Servono delle coordinate oggettive per poterla leggere, altrimenti – se viene meno l’accuratezza geometrica – è inservibile.
Assistiamo a una crescita dilagante e apparentemente inarrestabile delle prestazioni di lavoro accessorio. Si inizia a parlare di “generazione voucher”. Dopo aver abrogato i contratti a progetto si torna alle collaborazioni coordinate e continuative, sicuramente meno protette dall’abrogazione del progetto attuato dal governo con il D.Lgs. n. 81/2015, ma comunque sottoposte al rischio giudiziale dell’accertamento della natura subordinata, grazie a una giurisprudenza ventennale che ha continuativamente sanzionato tali contratti dove ricorrevano gli indici della subordinazione.