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Hotel de la Ville: lavoratori contro le esternalizzazioni

26 February 2014

Quindici dipendenti dell’Hotel de La Ville di via Sistina a Roma (120 dipendenti in tutto) rischiano di finire a lavorare per una cooperativa, un modo meno duro di renderli inoffensivi, ricattabili e accompagnarli verso la mobilità. Prendere o lasciare. Ma i lavoratori, molti dei quali organizzati dai Cobas del Turismo, non ci stanno, e, nonostante le rassicurazioni dei sindacati confederali, che rilanciano il “governo” del processo di esternalizzazione, hanno prima scioperato lo scorso 15 febbraio e oggi (25.02) tenuto un presidio molto determinato mentre si svolgeva il tavolo sindacale.

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La resa dei conti

30 January 2014


di Alberto De Nicola e Francesco Raparelli

Sono almeno quattro anni, da quando è esplosa la crisi dei debiti sovrani (Grecia, maggio 2010), che insistiamo sulla necessità di utilizzare la categoria marxiana di «accumulazione originaria» per comprendere la gestione neoliberale o più propriamente ordoliberale (ovvero la singolarità tedesca all’interno del campo neoliberale) della seconda Grande Depressione. In cosa consisterebbe questa rinnovata «accumulazione originaria» che investe, tramite la leva del debito pubblico e la continua, violentissima, pressione dei mercati finanziari, i paesi del Sud Europa? Privatizzazione delle public utilities e dei commons (naturali e artificiali); riduzione dei salari, aggressione al reddito, aumento smisurato della disoccupazione.

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Frati, la Sapienza non è tua!

13 December 2013

Il 12 dicembre è stata una giornata di sciopero del settore custodia e guardiania dell'Università La Sapienza di Roma, indetto da USB e partecipato anche dal comitato auto-organizzato, insieme a CLAP. Durante la mattina sono stati distribuiti volantini che  denunciavano le condizioni di lavoro e sfruttamento del mondo degli appalti gestito dal “magnifico rettore” Frati. Durante lo svolgimento della manifestazione degli studenti, che contestavano i rappresentanti del governo Letta, il ministro del Lavoro e il presidente di Confindustria, abbiamo assistito a cariche violente e indiscriminate conto gli studenti. Continueremo  a scioperare e lottare insieme agli studenti per la dignità del lavoro e dell'Università pubblica.

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12 Dicembre. Sciopero a La Sapienza

11 December 2013

La Sapienza nega tavolo a lavoratori degli appalti per presenza degli studenti. 12 Dicembre, sciopero e mobilitazione


Era previsto per martedì 10 dicembre all’Università La Sapienza un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori in appalto della National Service che hanno proclamato uno sciopero per il prossimo 12 dicembre. I motivi dello sciopero si inseriscono all’interno di una vertenza che dura oramai da anni sulle condizioni di lavoro degli addetti esternalizzati alla sicurezza. In particolare, qualche settimana fa, è stata recapitata una richiesta di trasferimento nei confronti di una lavoratrice e delegata sindacale dell’USB della National Service, rea di aver denunciato le continue irregolarità dell’azienda.

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L’8 dicembre io lotto

4 December 2013

Contro lo sfruttamento nei centri commerciali, contro il lavoro nei giorni festivi

Alcuni pregiudizi ci impediscono, spesso se non sempre, di capire la realtà, quella del lavoro ad esempio. Quante volte abbiamo sentito dire che il contratto nazionale è, di per sé, una garanzia contro la deregolamentazione del mercato del lavoro e la precarietà? Quante la stessa parola precarietà è stata considerata sinonimo di assenza di regole? Ancora: quante volte il lavoro part time è stato proposto come un'occasione di libertà, soprattutto per le donne, alle quali una perversa indicazione divina attribuisce anche il lavoro domestico e di cura?

Il lavoro del commercio, lo sfruttamento garantito dal contratto nazionale che lo riguarda, la liberalizzazione degli orari e delle aperture introdotte dal decreto Salva-Italia del governo Monti, ma soprattutto i racconti di chi nei grandi centri commerciali lavora, nel segno del ricatto e della precarietà, ci impongono di sbarazzarci dei pregiudizi, di afferrare la realtà per quella che è, di combattere per trasformarla.

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CLAP contro la gestione separata INPS

29 November 2013

Mentre i nuovi dati Istat ci consegnano l'ennesimo aumento della disoccupazione giovanile ormai al massimo storico, precari e intermittenti organizzatisi nelle Camere del Lavoro Autonomo e Precario, hanno dato vita ad un sit-in sotto la sede centrale dell'Inps a Roma alla vigilia del versamento dell'acconto d'imposta per le partite iva.

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29 Novembre #IoNonPossoSaldare

25 November 2013

Venerdì 29 Novembre vogliamo manifestare, come facemmo lo scorso anno, sotto la sede centrale dell’INPS a Roma, per continuare a denunciare lo scempio del sistema previdenziale italiano e per dire che, oltre a fermare gli aumenti, bisogna ridurre da subito l’aliquota, soprattutto per chi fattura poco e ha redditi bassi.

Il 30 novembre è l’«innominabile data-boia». Coincide, infatti, con il versamento dell’acconto d’imposta, non rateizzabile, di tasse e contributi. Si tratta di un anticipo dei contributi per l’anno 2013 per il quale non è ancora stata fatta la dichiarazione dei redditi. Come dire: “intanto paga, indipendentemente da quanto hai effettivamente lavorato e fatturato, poi si vedrà”.

 

Per chi è partita Iva, l’aliquota relativa alla gestione separata dell’INPS equivale al 27,72% del fatturato. Altrettanto viene sottratto ai compensi dei collaboratori o dei lavoratori a progetto. Con la nefasta riforma Fornero (legge 92 del 2012), l’aliquota raggiungerà progressivamente (entro il 2018) il 33%. Un furto nelle tasche di chi è intermittente, precario nelle forme di vita e di lavoro.

 

La stangata, per l’anno 2014, dovrebbe essere congelata. Così dicono il ministro del Lavoro Giovannini e il pacchetto di emendamenti alla Legge di stabilità da lui presentato. Damiano, che da ministro (Prodi bis) è stato tra i maggiori responsabili dell’aumento spropositato dell’aliquota, propone ora un anno di confronto «per affrontare in modo organico il tema della contribuzione e delle tutele delle partite Iva». Troppo poco e troppo tardi.

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Milano. Picchetti a Zara

18 November 2013

 

 

“Zara, oggi non comprare!”. Questo l’invito rivolto ai consumatori da centinaia di volantini diffusi davanti al megastore Zara di San Babila, a Milano, durante l’orario di punta degli acquisti. A distribuirli sono i facchini della Globo Vs, società che ha gestito per anni i servizi di logistica, pulizia e carico e scarico merci nei vari punti vendita italiani della multinazionale spagnola dell’abbigliamento. Ad agosto Globo Vs èfallita, il titolare è stato arrestato e i 640 dipendenti si sono ritrovati con tre, cinque o sette stipendi non pagati. Zara ha assicurato loro che avrebbero ricevuto arretrati, tfr e altre spettanze entro il 20 settembre, e i facchini hanno continuato a lavorare. Ad oggi, però, le promesse non sono state mantenute: alla società fallita è subentrata una nuova srl – la “101 Servizi” – che ha riassorbito circa 500 lavoratori, ma di salari e tfr arretrati non c’è traccia. Tra l’altro, raccontano i facchini, “abbiamo lavorato per anni con turni massacranti anche di 12 ore consecutive, senza ferie, malattia o feste”. Dei 640 ex dipendenti, circa 120 erano senza permesso di soggiorno: per loro non c’è stata alcuna riassunzione  di Maria Elena Scandaliato (da ilfattoquotidiano.it)

Finale di Partita (IVA)

14 November 2013
DI ROBERTO CICCARELLI*
In sei anni sono scomparsi oltre 400 mila lavoratori indipendenti. La situazione più grave è nel Nordovest. Crescono però le partite iva tra gli under 35 nelle professioni e nel lavoro cognitivo. I dati della Cgia di Mestre sulla condizione del quinto stato che comprende 5,5 milioni di persone che non fanno parte del lavoro dipendente o della grande impresa.
La crisi ha travolto anche i lavoratori indipendenti. Per loro che svolgono mansioni individuali, per un cliente o conto terzi, erogano servizi, talvolta creano micro-impresa, ma soprattutto lavorano con la partita Iva non si muovono i sindacati. Il governo non convoca tavoli di crisi. Non rientrano nella grande impresa e nemmeno nel lavoro dipendente tipicamente subordinato. Restano nell’ombra, mentre si spendono miliardi per sostenere il reddito di tutte le altre componenti del lavoro dipendente o quello delle imprese.