Primo marzo: giornata europea – promossa dal Transnational Social Strike – di sciopero e mobilitazione del lavoro migrante; giornata di mobilitazione contro l’Europa fortezza, le deportazioni, il razzismo. Da Berlino a Parigi, da Londra a Stoccolma, da Varsavia a Edimburgo, e poi in Italia, da Milano a Bologna, da Roma a Foggia: decine le città dove prenderanno forma azioni di protesta, blocchi, picchetti, presidi. Di fronte a chi (vedi il Regno Unito) impedisce l’accesso al welfare per i lavoratori migranti o a chi (il caso dell’Ungheria) alza muri in risposta all’emergenza profughi, l’Europa solidale alza la testa e, il Primo marzo, con forza farà sentire la sua voce.
A Roma, il Primo marzo sarà, innanzitutto, mobilitazione delle operatrici e degli operatori sociali delle Cooperative che si occupano di accoglienza, gestendo centri SPRAR e CAS. L’accoglienza a Roma, un business che si è fatto sistema mafioso, come le inchieste giudiziarie e le cronache ci hanno raccontato per mesi. L’altra faccia di “Mafia Capitale” però, come abbiamo ripetuto spesso, sono lavoratrici e lavoratori che prestano la loro opera senza esser pagati, anche per 6-7 mesi di fila; che perdono il lavoro senza che nessuno se ne preoccupi, quando le interdittive antimafia generano commissariamenti delle Cooperative e revoca dei servizi; che lavorano in centri fatiscenti, ai margini della città, dove a volte manca tutto, anche il riscaldamento.
La lotta delle operatrici e degli operatori della Cooperativa “Un Sorriso”, che CLAP segue e sostiene già da mesi, sarà parte fondamentale del Primo marzo romano. Lavoratrici e lavoratori, in combinazione con ALA (Assemblea Lavoratori dell’Accoglienza), saranno sotto la Prefettura a partire dalle 10, per chiedere di incontrare il Prefetto, per ottenere risposte concrete, le spettanze non pagate e clausola di salvaguardia dell’occupazione nei nuovi bandi. CLAP sarà con loro e invita tutt* alla partecipazione. Il lavoro si paga, i diritti non hanno frontiere: incrociare le lotte vuol dire, in primo luogo, imporre questa verità!